domenica 31 agosto 2014

Un amaro addio. #montenegro

Scrivere seduta a questa scrivania, invece del terrazzo enorme con vista mare che per 20 giorni mi ha allietata,  e soprattutto scrivere di una vacanza finita da poco e andata meravigliosamente bene, è veramente tragico.
Ogni rientro è stato tragico per me, ma quest'anno, lo è stato ancora di più.
Ho preparato la valigia del ritorno, riempiendola di bei ricordi, di tante emozioni positive e di buoni propositi.
Ricorderò sempre Niko, l'omone rockettaro che aveva il Market difronte casa, che ci ha fatto assaggiare cose tipiche, che ci ha consigliati cosa visitare e cosa evitare. Ricorderò i suoi capelli più lunghi dei miei, il primo incontro e anche l'ultimo. Ricorderò il suo sorriso, il suo tentare di parlare in Italiano e porterò con me  il suo spirito avventuriero, facendolo un po' mio.
Ho messo in valigia anche un po' dell'uomo con cui dividemmo il tavolo una sera. Era della Serbia, ma lavorava in Montenegro da mesi. Ricordo il suo essere timido all'inizio, e la sua voglia di parlare senza fermarsi un attimo, dopo mezza birra. Aveva fatto un corso accelerato di inglese e con noi, voleva parlare SOLO inglese, di qualsiasi cosa. Ricorderò i suoi "maybe", inseriti un po' così, alla cazzo di cane, ovunque. Ricorderò i suoi consigli, le sue raccomandazioni, e ho portato con me un po' della sua spavalderia.
Ricorderò sempre la famiglia che ci ha messo a disposizione l'appartamento. Abitavano proprio sotto casa nostra, erano di poche parole, probabilmente perchè l'unica lingua che conoscevano era quella montenegrina, sconosciuta a noi. Ma la loro gentilezza ci ha toccato il cuore.
Ricorderò la signora della Pekara, che ogni giorno ci accoglieva con un caloroso sorriso e da un altrettanto meraviglioso BUONGIORNO, facendoci sentire parte integrante di quella comunità.
Ricorderò l'amico senza denti, della Machedonia, che ha vissuto un anno a Roma, ma poi è stato cacciato dai carabinieri, che ci fece assaggiare una specie di grappa super alcolica, (sessantacinque gradi), capace di farmi passare il mal di gola. Un mito.
Ricorderò la meravigliosa insenatura, che sentivo un po' mia. Che mi faceva sentire coccolata, amata e desiderata. Che cullava i miei sogni, i miei pensieri a ritmo di musica lieve.
Ricorderò Budva con le sue stradine e gli artisti di strada, pronti a farti una caricatura in meno di cinque minuti.
Ricorderò Sutomore e le sue discoteche una dopo l'altra, ricorderò il mio locale preferito, quello che affacciava sul mare, che faceva dei drink ottimi, e che ti faceva accomodare su delle ampie altalene. E la meravigliosa palacinka, la migliore in assoluto.
Ricorderò Kotor, e la bellezza del fiordo.
Ricorderò le escursione in barca, la meraviglia una volta arrivati su delle spiaggette isolate, e la distruzione del ritorno, con il mare agitato e la mia voglia di vomitare.
Ricorderò Dobra Voda, il mio primo amore, con le piattaforme per fare i tuffi e con quel mare dalle mille sfumature, un mare che più limpido non ho mai visto.
Ricorderò ogni singolo tassista, che pur di guadagnare anche un misero euro, era disposto a portarci dall'altra parte della città. E ricorderò ogni singolo guidatore di mini bus, che ha accompagnato le nostre giornate facendoci divertire tra una canzone montenegrina neomelodica e un'altra.
Ricorderò la disperata ricerca di un wifi, i piatti tipici, i cappuccini costosissimi, le pizze oscene, il kukuruz, la bananika.
Ricorderò ogni singolo volto incontrato per strada, ogni singolo sguardo incrociato, ogni sorriso strappato. Ricorderò la gentilezza di questo popolo, la gentilezza di questa terra.
Ricorderò i profumi, i sapori, i rumori...
Con la promessa di ritornarci, prima o poi...

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